STATEMENT

C’è una sorgente di luce che non posso mai ignorare quando dipingo, la quale, tuttavia, non sempre coincide con la fonte di luce naturale che entra negli interni dei miei dipinti e che illumina le superfici, perché è oltre, oltre la finestra, oltre il muro, oltre lo sguardo, oltre l’oggetto, ma sono certa che la sua origine sia la stessa di quel raggio e quindi è lì che mi dirigo.

È questo che cerco quando dipingo le mie tele: cerco nella realtà che mi circonda qualcosa che appartenga al mio quotidiano e che si avvicini il più possibile a un’esperienza che ha segnato il mio vissuto, che pure non è traducibile didascalicamente, se non con parole o immagini evocative e quando io sono dentro ai miei dipinti so per certo di essere nella direzione giusta.

Amo dipingere gli interni, apparentemente vuoti, ma pieni di segni importanti della presenza umana, come “interni dell’anima” e altresì mi piace inserire la figura umana che vive dentro tali interni e la natura morta che li compone.

È proprio sotto questa sorgente di luce che ogni oggetto prende corpo, si anima della sua stessa natura per dare origine a immagini colte nel dettaglio, a narrazioni sospese che lasciano libertà di interpretazione e di condivisione del vissuto.

Dipingo soprattutto a olio, ma amo anche il segno che lascia la matita sulla tela, per questo ho realizzato il progetto “Blue light” dove utilizzo entrambi gli strumenti: matite colorate e olio o acrilico su tela di cotone.

Il ritratto è una mia grande passione e non c’è luogo migliore dove indagare per trovare la fonte del Mistero; è così che nasce il progetto “Santi Pop”, Santi del quotidiano, popolari -nel senso di noti, ma anche di appartenenti al popolo- un progetto che abbraccia la bellezza presente nell’unicità dell’essere umano che si rivela esattamente nell’esperienza di tutti i giorni.